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Verso l'Italia unita 

L'organizzazione territoriale stabilita nella breve epoca napoleonica diede ottimi risultati, tant'é che fu mantenuta quando lo Stato pontificio si riapproprió del territorio di Bologna. Nel 'Regolamento dei Lavori pubblici di Acque e Strade', emanato nel 1817, i Circondari di scolo vennero mantenuti, mentre si cambió semplicemente nome al Magistrato delle Acque, che divenne Sacra Congregazione delle Acque, con Congregazioni minori per ogni Circondario, al posto dei consorzi. La Sacra Congregazione aggiunse ai 6 Circondari "napoleonici" un settimo, dovuto alla suddivisione in due parti del Quinto Circondario a causa della deviazione dell'Idice avvenuta nel 1816. Il territorio dei Circondari restó delimitato a Sud-Ovest dalla Via Emilia, concorrendo tutti i possidenti di tale area alle spese di manutenzione e di esercizio necessarie alla regimazione delle acque.

Ma restava il problema idraulico di fondo: le acque delle terre alte dilagavano verso valle, ristagnando su oltre 40.000 ettari di terre piú basse, trasformandole cosí in lande paludose. A ció si aggiunga che la situazione idraulica del territorio in sinistra dell'Idice era aggravata dal fatto che le acque torrentizie del Savena Abbandonato e del Canale Navile, sfocianti in Reno con insufficienti arginature, durante le stagioni piovose straripavano anch'esse, aumentando il disagio delle campagne sottostanti.

Con l’avvento dello Stato unitario (1861) la bonifica idraulica dei terreni paludosi diventa una primaria esigenza igienica ed ambientale, ancor prima che economica. Il territorio della bassa pianura bolognese era afflitto da due problemi: il definitivo prosciugamento delle paludi malariche e l’insufficiente scolo naturale dei terreni. Alla fine dell’800 infatti il Reno, divenuto pensile in piú punti, aveva reso sempre piú problematico lo scolo delle acque di pianura, consentendo nelle zone basse un’agricoltura basata prevalentemente sulle colture umide. Prima della bonifica oltre 25mila ettari erano sommersi da stagni e paludi e 17mila ettari coltivati a risaia (15mila) o a prato stabile/pascolo (2mila).

Nel 1885, a distanza di tre anni dalla promulgazione della legge Baccarini, le opere di bonifica della bassa pianura bolognese e ravennate furono classificate di prima categoria (D.R. 11.10.1885), con contributo dello Stato fino al 75%. La prima legge che prevede la riunione obbligatoria dei proprietari di immobili in Consorzi é il Testo unico sulla bonifica, del 22 marzo 1900: tale norma prevedeva l'affidamento delle opere in concessione ai Consorzi stessi.

La rivoluzione della bonifica meccanica giunge con la messa a punto di macchine idrauliche per il sollevamento delle acque, dotate di motori elettrici e quindi capaci di rendimenti molto superiori a quelli a vapore e a scoppio. Da quel momento, la situazione delle terre altimetricamente depresse muta radicalmente: lo scolo delle acque puó essere garantito in modo permanente e, per vastissime zone della pianura bolognese, rese asciutte dall’opera di bonifica, si apre la possibilitá di colture nuove piú redditizie e nuovi insediamenti umani.

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