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La bonifica integrale 

Dopo l’approvazione del Regio Decreto 215 del 1933 sulla Bonifica integrale, che amplia i compiti istituzionali dei Consorzi di bonifica, la Renana comincia a realizzare opere di viabilitá, di difesa del suolo collinare e montano, acquedotti e reti di distribuzione irrigua. All’interno dell’organizzazione consortile viene costituito un reparto "Bacini montani" per le vallate a sud della via Emilia.

Nel primo trentennio del secolo trovano compimento a cura del Consorzio altre grandi opere idrauliche: il canale "Diversivo Navile-Savena", per contenere le piene del Navile, prodotte dalle acque della cittá di Bologna, la grande chiavica di scarico dell’Idice in Reno, le arginature e i manufatti della Cassa di Colmata d’Idice e Quaderna. Con R.D. 2 marzo 1942 n. 619, al Comprensorio - classificato di 1° Categoria - vennero aggregati i territori tributari dei canali Acquarolo, Fossano, Fossa Marza, Riolo e Centonara, e nel 1952 quelli della Fossa Villa.

La seconda guerra mondiale causa gravi danni alle opere di bonifica, obiettivi di grande intesse militare. Con la successiva ricostruzione, accanto alle opere di ripristino dei manufatti distrutti o danneggiati dai bombardamenti aerei e terrestri, il Consorzio elabora un nuovo Piano generale, che prevede l’esecuzione di importanti nuove opere.

Per quanto concerne la parte montana, tra il 1945 e il ’55 si completa la sistemazione idraulica dei principali corsi d’acqua: Savena, Zena, Idice, Sillaro e Santerno e si provvede alla sistemazione delle aree di collina e montagna con grandi opere di forestazione, viabilitá e approvvigionamento idrico, nonchè al potenziamento delle idrovore, in concomitanza con l’unificazione nazionale delle frequenze elettriche. Con Decreto 18 marzo 1955 venne riconosciuta all'Ente la qualifica di Consorzio di Bonifica Montana ai sensi della Legge 25 luglio 1952, n. 991.

L’azione della Renana nel secondo dopoguerra si puó sintetizzare nel binomio "acqua e strada", premessa di qualunque sviluppo. Trovano cosí realizzazione 300 chilometri di strade che triplicano l’estensione della rete viabile precedente all’attivitá di bonifica. Merita ricordare, fra le strade piú importanti, la Trasversale mediana appenninica, le arterie di fondo Valle Zena, della Val d’Idice, della Val Sellustra e della Val di Savena (completata agli inizi degli anni ´90). Breve ma intensa anche l’attivitá di elettrificazione condotta nelle zone rurali fin dagli anni ’60, con importanti realizzazioni negli alti bacini dell’Idice e del Savena, e nei medi bacini del Sillaro, dell’Idice, dello Zena e del Savena. Nel 1955 hanno inoltre inizio i lavori per l’approvvigionamento idropotabile del comprensorio: l’Acquedotto Renano, in seguito ceduto al Coser (poi Seabo, poi Hera).

Nel 1961 il Consorzio assunse la primitiva denominazione di Consorzio della Bonifica Renana e, nel 1963, con D.M. 18 dicembre 1963, n. 2787, veniva estesa la classificazione di bonifica integrale anche al territorio pedecollinare, compreso fra quello giá classificato e la Via Emilia.

 

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