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Con la fine di settembre chiude formalmente la campagna irrigua del 2020, caratterizzata da un inizio alquanto precoce.
Infatti, l’annata in corso è stata inizialmente siccitosa: da gennaio a maggio 2020 compreso, solo 180 sono stati i millimetri di pioggia caduti (con un deficit tra il 50% e il 60% rispetto alla media stagionale) e conseguente condizione di siccità per tutta la pianura bolognese.
Le precipitazioni di questi mesi risultano, infatti, le più basse mai registrate almeno dal 1961 e simili solo a quelle dell’anno 2000. Il tutto abbinato ad un clima invernale mite, e temperature superiori alla media.
Come evidenzia Paolo Pini, direttore generale del Consorzio: "Anche a causa di queste condizioni idrometerologiche, ben 18.700 sono stati gli ettari irrigati nel territorio a nord di Bologna e 1.200 le aziende agricole cui finora la Bonifica Renana ha recapitato costantemente acque irrigue per le coltivazioni".
Ricordiamo che la Renana distribuisce solo acque di superficie e non di falda: si tratta di risorse rinnovabili che, parallelamente all'irrigazione, producono i seguenti benefici ambientali:
- il ritorno della risorsa idrica nel ciclo idrologico di bacino, attraverso restituzioni finali
- la ricarica continua e diffusa delle falde freatiche;
- la diluizione e la fitodepurazione, tramite il passaggio delle acque nei canali inerbiti, degli eventuali reflui provenienti da scarichi urbani e dalle acque di prima pioggia;
- il mantenimento dell'ecosistema delle aree umide di pianura, oltre alla biodiversità presente in canali, maceri ed invasi;
- la conservazione del paesaggio rurale storico, con la permanenza delle colture irrigue tradizionali;
- la presenza di un’agricoltura vitale nel territorio, elemento fondamentale di stabilità sociale e di conservazione del suolo.