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Oggi, 2 febbraio, è la Giornata Mondiale delle Aree Umide, e ci fa particolarmente piacere ricordarlo perchè la Bonifica Renana ha svolto un ruolo pioneristico nella rinaturalizzazione dei propri nodi idraulici.
Infatti, sono circa 1.700 gli ettari sui quali il Consorzio, a partire dagli anni '90, ha intrapreso programmi di creazione di oasi naturalistiche ad alto tasso di biodiversità.
Per zone umide si intendono aree sommerse dall'acqua in modo permanente o stagionale. Sono oltre 200 mila gli ettari di biotopi perlopiù ricreati artificialmente e idraulicamente gestiti in Italia dai Consorzi di bonifica: dalle risaie ai bacini per la fitodepurazione, dalle oasi naturalistiche alle casse di espansione.
“La nuova cultura ingegneristica, capace di abbinare esigenze idrauliche ed ambientali, trova nei Consorzi di bonifica, esempi d’eccellenza internazionale – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell'ANBI. Il World Wetlands Day celebra quest’anno il 50° anniversario della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo, che fornisce il quadro nazionale ed internazionale per la conservazione e l'uso delle zone umide. I Paesi firmatari sono attualmente 171 e sono 56 le aree di importanza internazionale riconosciute in Italia (sono 13 quelle, che vedono coinvolti i Consorzi di bonifica).
Ricordiamo che le casse di espansione della Bonifica Renana sono state tra le prime in Italia ad essere riconosciute dalla Convenzione di Ramsar già nel 1976 e costituenti oggi la 6°stazione del Parco del Delta del Po.
A tali esperienze di aggiunge la sperimentazione in corso per il riutilizzo delle acque depurate di Bologna, attraverso l'accordo con Hera e la Regione Emilia-Romagna: circa dieci milioni di metri cubi d'acqua che alimentano tra l'altro l'oasi naturalistica della Rizza, a Bentivoglio. A questa nostra interessante applicazione di economia circolare idrica oggi dedica un articolo il Corriere della Sera, nell'inserto settimanale BUONE NOTIZIE.
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