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Presentati i risultati dello studio di Nomisma secondo cui l’attività irrigua genererebbe almeno 2,7 milioni di euro di benefici ambientali diffusi a vantaggio della collettività e del territorio dell'area metropolitana bolognese.
In occasione del 1° meeting sull’acqua, organizzato nei giorni scorsi dalla Bonifica Renana, sono stati presentati i risultati dello studio che Nomisma ha dedicato ai servizi ecosistemici dell’attività irrigua sul territorio bolognese.
L’acqua di superficie che il Consorzio distribuisce consente, in media in un anno, l’irrigazione di 20 mila ettari: si tratta del 25% dei suoli coltivati e potenzialmente irrigui nel bacino bolognese del Reno.
Come specifica Paolo Pini, direttore della Bonifica Renana: “Degli 80 milioni di metri cubi di acqua, veicolati nel reticolo idraulico consortile, l’85% è derivato dal fiume Po attraverso il Canale Emiliano Romagnolo; almeno 35 milioni di metri cubi di risorsa idrica sono fruiti direttamente dagli ecosistemi connessi al reticolo dei canali irrigui e dalle zone umide gestite o servite dal Consorzio.”
“Nell’area metropolitana bolognese – spiega Valentina Borghi, presidente del Consorzio - ci sono 2.500 ettari destinati a valle o area umida la cui biodiversità e valenza ecosistemica è garantita dal mantenimento di adeguati livelli idrici da parte della Bonifica Renana, nonostante la siccitosità di annate come questa, grazie al reticolo irriguo artificiale. Si tratta, quindi, di una funzione ambientale svolta direttamente nel territorio bolognese dalla presenza del sistema irriguo consortile, dal momento che la nostra pianura non ha risorse idriche proprie che siano disponibili durante la fase estiva”.
Tra gli altri benefici ambientali conseguenti alla presenza di un’agricoltura irrigua si ricordano anche:
- la ricarica continua e diffusa delle falde freatiche e il ritorno della risorsa idrica nel ciclo naturale, senza costi di depurazione;
- la fitodepurazione, tramite il passaggio delle acque nei canali inerbiti, degli eventuali reflui provenienti da scarichi urbani e dalle acque di prima pioggia;
- il contrasto della subsidenza attraverso la presenza di un reticolo di canali perennemente impinguati
- la regolazione del microclima locale e la riduzione dell’effetto “isola di calore”
- la conservazione del paesaggio rurale storico, con la permanenza delle colture irrigue tradizionali.
Marco Marcatili, responsabile sviluppo e sostenibilità di Nomisma, nell’illustrare lo studio specifico che l’istituto di ricerca ha dedicato a questo tema ha sottolineato come “E’ noto il valore economico dell'attività irrigua della bonifica per l'agricoltura nel bacino del fiume Reno (stimata da Nomisma in 18,9 mln di euro, ben il 40% del valore complessivo della produzione agricola sul territorio), ma c’è ancora scarsa consapevolezza sul legame tra attività irrigua e benefici ambientali. Il lavoro, che ha sperimentato un metodo di valutazione economica dei servizi ecosistemici, ha mostrato che i 4 milioni di euro investiti dalla Bonifica Renana generano almeno 2,7 milioni di euro in termini di benefici multipli (biodiversità, habitat, paesaggio, etc) per tutta la collettività del territorio bolognese e non solo per gli agricoltori.”