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I consorzi di bonifica gestiscono la propria rete scolante artificiale composta di canali, casse di espansione, pompe idrovore di sollevamento e migliaia di altri manufatti idraulici collegati. Compete invece alla Regione la gestione di fiumi, torrenti, rii collinari e dei canali storici Navile e Savena Abbandonato.
Chiediamo a Paolo Pini, direttore generale della Bonifica Renana, come interagiscono questi due sistemi idraulici: "Il controllo delle piene si basa sulla divisione - nello spazio e nel tempo - tra acque piovute in Appennino e acque piovute in pianura"
"Fiumi e torrenti hanno il compito di trasportare al mare le piene di montagna, di solito impetuose ma rapide. Il Consorzio immette nei fiumi e torrenti regionali le acque di pioggia di pianura, con impianti a gravità o sollevandole con le pompe idrovore. In situazioni critiche la Renana è in grado di accantonare le acque in eccesso nei propri canali e casse di espansione, fino ad una capacità di 58 milioni di metri cubi di pioggia. "
Cosa succede se le piene appenniniche rompono o superano gli argini dei torrenti? Risponde Valentina Borghi, presidente del Consorzio: "È esattamente ciò che è accaduto tra il 2 ed il 3 maggio scorsi. Le rotture e i sormonti arginali dei torrenti Sillaro, Gaiana, Quaderna ed Idice hanno scaricato le acque di piena montane sulla pianura, allagando nel bolognese oltre 2.000 ettari".
E cosa ha fatto la Bonifica Renana per ridurre gli effetti delle esondazioni?
Sempre la presidente Borghi spiega che: "dall'attivazione dell'allerta del 2 maggio fino ad oggi, gli operatori preposti del consorzio hanno collaborato con Comuni e Protezione Civile nelle zone allagate. Sotto il coordinamento della Regione, si sono effettuate le manovre idrauliche utili per liberare i terreni dalle acque appenniniche. Tecnici e mezzi del Consorzio (escavatori, pompe idrovore mobili e impianti di sollevamento) hanno lavorato e stanno lavorando ininterrottamente per alleggerire il carico dei corsi d'acqua regionali."