18 maggio 2006

 

LE TRASFORMAZIONI DEL SUOLO E LA RIDUZIONE DELLA SICUREZZA IDRAULICA  NEL COMPRENSORIO DELLA BONIFICA RENANA

E’ SCOMPARSO TERRENO AGRICOLO PER UN’AREA GRANDE DUE VOLTE L’INTERA SUPERFICIE DEL COMUNE DI IMOLA.

 

La provincia di Bologna, come tutta la Pianura padana, è uno dei territori più fortemente antropizzati e urbanizzati del Vecchio Continente. Il processo di espansione urbanistica ha provocato l’impermeabilizzazione massiccia del suolo, con la conseguenza che, a parità di evento di pioggia, maggiori quantità d’acqua, per effetto della minore infiltrazione, vengono convogliate, in tempi brevissimi, nei canali di bonifica.

Non è esagerato affermare che il territorio provinciale è stato sconvolto nei suoi equilibri. Dai dati ufficiali risulta che dal 1955 ad oggi la superficie urbana è aumentata di 17 volte, portando alla scomparsa di un’area agricola grande due volte l’intera superficie del Comune di Imola. In altre parole, è come se negli ultimi 50 anni fosse sorta nella provincia di Bologna una nuova città delle dimensioni pari al doppio dell’intero territorio comunale di Imola.

E’ ormai assodato che ogni ettaro urbanizzato, considerando anche il volume della sottostante fognatura, riduca la capacità di ritenzione idrica  del suolo di 500 metri cubi.

Che il livello di sicurezza idraulica fosse diminuito lo si constatò in modo drammatico nel 1996 quando una pioggia di 120 mm si combinò con una lunghissima piena del fiume Reno e, nonostante il funzionamento a pieno regime delle idrovore di Saiarino e Vallesanta e la saturazione completa di tutti i volumi a disposizione nelle Casse di Campotto e Vallesanta, vennero allagati 13.000 ettari di terreno.

A questo evento seguì  un Programma di interventi infrastrutturali di emergenza che consentì la realizzazione, per il Comprensorio della Bonifica Renana, della nuova idrovora Campotto, primo presidio idraulico in grado di affrancare il sistema di bonifica in stretta dipendenza con le quote di piena del Reno; delle nuove  casse di espansione di Gandazzolo, Quadrone, Argelato e S. Giorgio di Piano; della chiavica Bassarone, che consente lo scarico delle acque della cassa Bassarone nell’area della ex Cassa di Colmata; del risezionamento del Correcchio-Ladello, del Garda Alto e Menata.           

Il  sistema di bonifica del Consorzio risulta ora maggiormente infrastrutturato e potenziato rispetto a quello del 1994 e presenta quindi un più elevato livello di sicurezza, anche se lo sviluppo urbanistico nella Provincia di Bologna  continua con incrementi vertiginosi , come si evince dalla seguente tabella, desunta dal P.T.C.P.

 

 

 

SUPERFICIE TOTALE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA: 3700 KMQ

 

Anno

Superficie urbanizzata (Kmq)

Percentuale

1955

25

0,68

1993

177

4,78

2000

211

5,70

2005

424,37

11,47

 

 

SICUREZZA IDRAULICA ED EVENTI CLIMATICI 

L’altro processo che porta alla diminuzione del livello di sicurezza idraulico è quello dovuto al manifestarsi più rapido ed intenso delle piogge. Da una indagine commissionata dalla Renana al prof. Todini sugli ultimi 15 anni di dati pluviometrici, emerge chiaramente che le precipitazioni meteoriche hanno progressivamente assunto minore durata ma significativamente più intensità, scaricando complessivamente sul territorio un volume d’acqua superiore in minor tempo.

Il combinarsi della crescita delle urbanizzazioni con la maggiore intensità delle piogge impongono che si prosegua con politiche di sviluppo compatibile e far corrispondere agli interventi di trasformazione del suolo un sufficiente recupero della capacità di invaso e quindi un adeguamento della rete scolante.

In mancanza di un impegno costante e coerente per il riequilibrio idraulico si va incontro a disagi notevoli per la vita quotidiana dei cittadini, come dimostra la serie di allagamenti verificatisi tra agosto e ottobre 2005, ma ancora 10 giorni fa a Medicina e Ozzano.

 

 

IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI NEL TRIENNIO 2006-2008

Gli investimenti già finanziati per il triennio 2006-2008 nel Distretto di Pianura sono i seguenti:

 

2006

2007

2008

Difesa idraulica

1.926.386

3.695.044

2.026.997

Irrigazione e valorizzazione

 ambientale

4.255.373

3.796.330

8.134.325

TOTALE

6.181.759

7.491.374

10.161.322

 

 

 

I principali interventi previsti sono i seguenti:

DIFESA IDRAULICA:

·        Costruzione della cassa di espansione del Fossadone e sovralzo argini del Rio Rosso;

·        Costruzione della cassa di laminazione “Creti” in comune di Budrio;

·        Adeguamento del, canale Allacciante in comune di Minerbio;

·        Costruzione cassa di espansione di Castelguelfo sul canale di Medicina (completamento 1° stralcio e realizzzaione del 2°);

·        Potenziamento dell’impianto idrovoro Madonna e risezionamento scolo Galliera;

·        Rinforzo arginature del canale Fiumicello di Dugliolo;

·        Tombinamento del Rio Marzano in comune di Ozzano.

 

IRRIGAZIONE:

·        Completamento del 1° tratto del condotto di adduzione primaria dal CER all’Alta Pianura Bolognese;

·        Completamento dell’impianto irriguo in pressione a Medicina e Castelguelfo (settore Sud);

·        Completamento dell’impianto irriguo in pressione a Correcchio in Comune di Imola (settore Sud);

·        Completamento delle opere di distribuzione irrigua nel territorio della Partecipanza di Villafontana;

·        Miglioramento della distribuzione irrigua nel canale Comolla mediante diramazione dall’impianto Barabana;

·        Miglioramento della distribuzione irrigua nei canali Cerlacchia, Marana e Armigia nei Comuni di Castenaso e Granarolo.

 

 

 

L’IRRIGAZIONE

 

Nel 2003, anno della grave e interminabile siccità, la Renana ha distribuito 90 milioni di metri cubi di acqua: una quantità uguale a quella che di media viene immessa annualmente nella rete acquedottistica dell’intera provincia di Bologna.

In un anno normale la quantità di acqua gestita dalla Renana supera di poco i 70 milioni di metri cubi, dei quali i 2/3 provengono dal Canale Emiliano Romagnolo, il quale preleva acqua dal Po per trasportala attraverso la nostra provincia fino al territorio riminese.

È chiaro che senza l’acqua proveniente dal Po l’agricoltura bolognese non potrebbe essere così fiorente come la conosciamo. Di conseguenza, la realizzazione di reti per la distribuzione idrica per usi irrigui costituisce per la Renana una priorità, l’affermazione di un vantaggio competitivo per un’agricoltura che sta vivendo una fase davvero molto difficile.

Vi è da dire che registriamo con favore il fatto che continui a provenire dal mondo agricolo una domanda elevata, qualificata e motivata. L’acqua è divenuta un fattore della produzione  non solo strategico, ma vitale per misurarsi su un mercato sempre più globale e competitivo.

Per quanto riguarda gli investimenti, la Renana ha operato e sta operando per l’ampliamento e il potenziamento delle reti, al fine di raggiungere aree oggi non servite, intercettando a tal fine finanziamenti pubblici del Ministero e della  Provincia.

La principale opera in fase di ultimazione – sarà completata entro il 2006 - è il Condotto di adduzione primaria dal Canale Emiliano Romagnolo per l’alimentazione del sistema idrico dell’Alta Pianura Bolognese, infrastruttura che preleverà acqua dal CER a Bentivoglio per portarla con il 1° tratto a una distanza di 13 chilometri, fino all’area del depuratore di Bologna. L’opera renderà disponibili circa 1.800 litri/secondo, 8.000.000 di metri cubi di acqua all’anno, da destinare in primo luogo all’agricoltura, ma anche all’industria, all’artigianato e agli usi igienico-ambientali.

Stiamo inoltre aspettando che il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali sblocchi rapidamente i finanziamenti che già ci ha concesso per il completamento di due altre importanti reti di distribuzione di acqua per l’irrigazione: uno nel medicinese e l’altro nell’imolese, per un totale di 16.700.000,00 €.

Inoltre, stiamo ormai passando alla fase esecutiva di due progetti sperimentali -  a Budrio e a Castelmaggiore – per l’utilizzo dell’acqua dal Canale Emiliano Romagnolo per fornire acqua ai giardini privati e pubblici, così da risparmiare preziosa acqua di falda.

 

 

 

 

LA RINATURALIZZAZIONE DEL TERRITORIO

 

 

Fortissimo è l’impegno del Consorzio su questo fronte. Sia attraverso la consulenza tecnico-ambientale alle aziende agricole ed agli enti territoriali , sia attraverso interventi di rinaturalizzazione di strutture di difesa idraulica, sia infine con la gestione, tramite l’Azienda agricola consorziale, delle aree di competenza della Renana inserite all'interno del Parco Regionale del Delta del Po.

In questo quadro sono state progettate aree verdi nei Comuni di San Giorgio di Piano (6 ettari) e di Medicina (6,5 ettari) e, attraverso convenzioni tra Consorzio e Comuni, sono state destinate alla fruizione pubblica specifiche aree di pregio naturalistico su superfici consortili, quali Cassa Gandazzolo (Baricella) e le Valli di Campotto (Argenta). Rientrano in questo ambito i progetti di trasformazione naturalistica di opere idrauliche quali le casse di espansione già costruite ed in corso di realizzazione, come la Cassa Gandazzolo (71 ettari) a Baricella, la Cassa "Fossatone" (13 ettari) a Medicina e la Cassa di Budrio (2,7 ettari). L’Azienda agricola consorziale, in frazione di Campotto (FE), gestisce una superficie complessiva di circa 1.600 ettari, costituita dalle Valli Campotto, Bassarone e Vallesanta (800 ettari), dalle superfici produttive e seminative (450 ettari), di cui 230 ettari coltivati con metodi a bassissimo impatto ambientale (agricoltura integrata). E’ compreso inoltre il bosco del Traversante (150 ettari) e altri interventi di riqualificazione ambientale su 160 ettari.

 

 

L’ATTIVITÀ NEL DISTRETTO DI MONTAGNA

 

Per ciò che concerne il Distretto di Montagna, l’attività del Consorzio si esplica nella progettazione e realizzazione di opere di riassetto idraulico di corsi d’acqua, di consolidamento di pendici franose, di valorizzazione del territorio e delle risorse idriche.

Il Consorzio svolge una intensa attività di monitoraggio e vigilanza che si sviluppa a seguito delle segnalazioni di dissesto provenienti dai tecnici consortili che costituiscono le basi per la programmazione e l’elaborazione di studi finalizzati poi alla realizzazione di opere di difesa idrogeologica.

Il lungo dibattito sviluppatosi attorno ai progetti di legge regionale per la riforma dei consorzi di bonifica ha fatto emergere l’esigenza di intraprendere, nel rispetto della normativa vigente, un programma di interventi autofinanziato dal Consorzio.

I programmi di intervento già oggi attivati portano a impiegare in montagna risorse per circa 560.000,00 € all’anno tra finanziamenti, risorse umane e mezzi. Nell’insieme, l’azione della Renana ha portato a progettare e ad eseguire lavori negli ultimi 7 anni per 3.600.000,00 €, ai quali vanno aggiunti progetti elaborati dalla Renana per altri soggetti per un importo di oltre 1.500.000,00 €.

Attualmente è in corso la realizzazione di progetti per oltre 2.400.000,00 €.

Tali iniziative hanno determinato la disponibilità di un flusso continuo, anche se modesto, di risorse finanziarie che consentono di uscire dalla occasionalità degli interventi per impostare programmi a medio e lungo termine.    

 

 

I RAPPORTI CON I CONSORZIATI

 

In questi anni la Renana ha cercato di diffondere una maggiore conoscenza della presenza della bonifica nel territorio Bolognese. Vi è la convinzione che i cittadini siano interessati a sapere che l’ambiente in cui vivono è così perchè lo ha reso ospitale la mano dell’uomo.  E’ stata la tenacia e la fatica di chi ci ha preceduto che ha trasformato questi territori, i quali – per le loro caratteristiche geomorfologiche – sono svantaggiati rispetto ad altri, anche della nostra Regione.

In altre parole, il sistema della bonifica è stata la soluzione efficiente ed economica per portare i territori bolognesi che si trovano alla destra del fiume Reno ad un livello accettabile di vivibilità. Per loro natura, queste aree sono paludose.

Sono questi i temi sui quali invitiamo costantemente i cittadini a riflettere, soprattutto i giovani. È infatti attivo un programma rivolto alle scuole che porta ogni anno oltre 1.000 studenti a visitare gli impianti idrovori e le casse di espansione situate nel Comune di Argenta. Un programma che proseguirà in futuro, arricchito di nuovi temi come la meteorologia e l’energia.

Da questa esigenza di comunicare con i cittadini trova ragione il ciclo di programmi televisivi che presentiamo oggi e che andranno in onda nelle prossime settimane sulle reti televisive di rilievo regionale.

Nell’attesa di un evento che ci impegnerà nel prossimo futuro: le celebrazioni del centenario della costituzione della Renana, avvenuto nel luglio del 1909. Sarà quella certamente l’occasione per riflettere sulla storia locale, sulle vicende di vita quotidiana che ci riguardano più intimamente.

Ma sarà anche – forse soprattutto – l’occasione per riflettere sul nostro futuro. Convinti come siamo che la nostra capacità di progresso ci imponga di conciliare la crescita del benessere con il rispetto per il territorio in cui viviamo.

 

 

 

·        Scheda: La Bonifica Renana

 

Il Consorzio opera su un territorio di circa 190.000 ettari (120.000 in pianura e 70.000 in montagna) in gran parte situati in provincia di Bologna, tra il fiume Reno e il torrente Sillaro. Ente di diritto pubblico, opera per assicurare lo scolo delle acque, la difesa del suolo, la tutela delle risorse idriche e naturali, l’irrigazione e la valorizzazione del territorio. La Renana gestisce un imponente complesso di opere pubbliche di bonifica realizzate allo scopo di regolare le acque di superficie e garantire la sicurezza idraulica delle aree di pianura in destra Reno, di gestire la risorsa idrica a favore di migliaia di imprese agricole, di dare sicurezza idrogeologica all’area collinare e montana. Il Consorzio gestisce un sistema di difesa del territorio costituito da 1.200 chilometri di canali, le cui acque sono sollevate da 15 impianti idrovori, con cui si devono fronteggiare frane, erosioni, dissesti che assumono aspetti sempre nuovi anche in conseguenza delle radicali modificazioni nell’uso del suolo registrate soprattutto negli ultimi 40 anni. In montagna il Consorzio gestisce un complesso di oltre 2500 opere di presidio del territorio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

X:\Settimana della Bonifica\2006\Comunicato stampa.doc